"Spara se hanno 12 anni"
Intervista a un tiratore scelto dell'Israel Defence Forces.
"Se dicono a un tiratore di sparare, sparerà alla testa. Se un tiratore spara, lo fa per uccidere... A volte proviamo piacere...
Non dobbiamo colpire i bambini, ma quelli che hanno più di 12 anni"

AMIRA HASS
dal quotidiano israeliano "Haaretz" del 20/11/2000
(Il Manifesto, 22 nov 2000)

Non sa quanti bambini siano stati uccisi negli ultimi due mesi di violenze, ma è sicuro che l'esercito "spara a tutti coloro ai quali bisogna sparare". Un giorno nella vita di un tiratore scelto dell'Idf (Israel Defence Forces). E' possibile trovare soldati come lui ad ogni posto di blocco militare in Cisgiordania e a Gaza. Ma noi lo abbiamo incontrato in una città israeliana... E' sorridente, timido ma franco, preferisce gli argomenti di tipo "umanistico". Se non indossasse l'uniforme, lo si potrebbe immaginare in partenza per l'India o il Sud America. "Ogni giorno, gli ordini di aprire il fuoco cambiano, a volte accade anche più volte nel corso di una stessa giornata", dice, "ogni giorno, prima di uscire, vengono definiti i principi in base ai quali si deciderà di aprire il fuoco. Questi variano anche in relazione ai luoghi. Ci sono posti in cui gli ordini sono più indulgenti. Gli ordini, saggiamente, ci dicono che dobbiamo essere molto selettivi, molto precisi. Dopo il linciaggio, ad esempio, gli ordini sono stati molto più indulgenti. Ma di solito le istruzioni su quando e come aprire il fuoco non sono affatto permissive. Si può avere l'impressione che io non veda l'ora di sparare, al contrario, sono contento che gli ordini siano moderati".

Come sai che sono moderati? Quali sono i criteri?

I tiratori ricevono ordini precisi su quando e come sparare. Una persona che tira molotov, deve essere colpita alle gambe, ma persone armate possono essere colpite nelle parti alte.

Vi danno delle videocamere?

Lo chiamano kit di documentazione, ogni persona uccisa viene fotografata. E così può essere confermato che non si tratta di persona sotto i 12 anni e che aveva un'arma.

Vuoi dire che i dati palestinesi mentono?

E' difficile dirlo per me, ma ricordo alcuni casi in cui sicuramente abbiamo sparato ad adulti e abbiamo sperato che il soldato incaricato avesse ripreso tutto, altrimenti poi ci accusano di aver ucciso un bambino. Ci possono essere state documentazioni errate, errori, e un bambino è stato ucciso per un errore stupido commesso da un soldato. E non li ho sentiti (nell'Idf) pubblicizzare questa cosa.

Cos'è un errore? Si è mosso il fucile..?

Ad esempio, qualcuno dice ad altre unità che ha identificato qualcuno di sospetto - noi identifichiamo un ragazzo che si sta muovendo in modo strano, forse voleva raccogliere una pietra o qualcosa di simile. Colui che lo identifica chiede fermamente di poter sparare nella sua direzione. Il comandante di brigata, sicuramente non gli dà l'autorizzazione, e lui continua a chiedere, così il comandante gli dice, se tu pensi che sia molto sospetto, spara per spaventarlo, a 20 metri, e spara in un'area aperta. Più tardi alla riunione, viene fuori che lui ha visto la testa della persona nel mirino del suo telescopio, a cinque metri, e il vento... Il fucile non ha mirato così precisamente, e lui gli ha sparato alla testa.

Come spieghi che la maggior parte delle persone è stata colpita nella parte superiore del corpo? E' necessario essere ben addestrati per colpire in questo modo?

L'Idf spara in modo molto selettivo, spara ad ogni persona alla quale è necessario sparare - almeno nel 90% dei casi. Noi spariamo a chiunque lanci una molotov che può colpire qualcuno. Non gli spariamo con un'arma automatica, ma con un fucile ad alta precisione, e in molti casi non da grande distanza. Un tiratore scelto, a 200 metri non ha problemi a colpire la testa e, sicuramente, se mira alla testa, o alla parte alta del corpo, non ci sono problemi. Una molotov mette in pericolo i soldati nelle jeep. Un tiratore scelto è come un pilota, il suo lavoro è molto pulito, sicuro, ma ci sono anche tiratori di altro genere, e allora il lavoro diventa molto pericoloso; il vero pericolo è un altro tiratore, un palestinese. E loro ne hanno. Ce ne sono anche alcuni che non sono pessimi. Se tu hai le armi e la vista, sfortunatamente hai il 50% di possibilità di colpire il bersaglio. In questa guerra le distanze sono ravvicinate. Un tiratore scelto si misura sui 500-600 metri.

Quando inizi ad essere preciso?

Noi come tiratori dobbiamo aver cura, anche se non ce l'hanno detto, di cercare posti dove ci possono essere altri tiratori - case, finestre, finestre che riflettono la luce - perché questo è quello che spaventa di più. La cosa che fa anche paura sono le pallottole vaganti. Il loro fuoco non è mirato. L'Idf teme che Arafat possa decidere di impiegare la polizia palestinese. Al momento agiscono sulla base di loro accordi interni, ma se lui decide, l'Idf avrà più di un problema, perché la polizia è addestrata meglio. I Tanzim non sono addestrati, nessuno li ha aiutati nell'addestramento e certe volte, quando alla radio dicono "scambi di fuoco", noi ridiamo. Questi non sono gli Hezbollah che l'Idf ha addestrato in passato, questi non sono Hamas e nemmeno i poliziotti palestinesi che hanno ricevuto un addestramento completo. L'Idf li ha visti e sa come si esercitano. Sanno come sparare in modo preciso e dispongono di armi di buon livello. Questo è quello che teme l'Idf. Devo dire che l'Idf era già pronta da tempo per questo tipo di disordini. Mi ricordo che circa due mesi prima che tutto iniziasse, non pensavo davvero che le cose andassero così. Ero compiaciuto ed ottimista per il fatto che Barak fosse stato eletto, e che il processo di pace andasse avanti. Abbiamo avuto una discussione con i comandanti, e ci dissero che purtroppo l'Idf si aspettava disordini. Poi ci dissero che la causa stava nel fatto che Arafat voleva dichiarare in anticipo la costituzione dello Stato palestinese. Ci dissero che Arafat aveva imparato da Israele che creare uno Stato con la forza e con molti morti è una cosa positiva; da un lato perché rafforza i dirigenti, dall'altro perché fornisce alcuni valori alla popolazione, dà loro spirito di corpo, come quello che abbiamo noi... Speravano in manifestazioni, ma sono pronti a fronteggiare una guerra. Esistono piani d'emergenza che precisano in modo dettagliato cosa succederà se loro decidono; e se decidono, in pochi giorni noi occuperemo i territori che gli abbiamo dato e creeremo un governo militare come quello degli anni Cinquanta, qualcosa di simile. Naturalmente, questo è terribile. Anch'io, un semplice soldato, ho sentito parlare di questi piani.

Ti ricordi com'è cominciato tutto?

Mio padre si è arrabbiato moltissimo per la visita di Sharon alla Spianata dell Moschee. Ho pensato che fosse qualcosa di normale.

Non lo sai che, quel venerdì, quattro persone sono state uccise alla moschea e altre due vicino all'ospedale Makassed?

Non lo sapevo. Dopo il primo giorno di servizio militare si diventa soldati; dopo l'ultimo ritorni te stesso, alle tue idee politiche, e cerchi di "uscirne". Io penso che la maggior parte delle colonie costruite dopo il 1967 non siano importanti. Ma in questo momento sono un difensore, al cento per cento, e le persone mi stanno molto a cuore. Noi, come israeliani, dobbiamo prendere una chiara decisione, perché se decidiamo che non restituiremo le colonie, allora per noi soldati, sarà molto più semplice combattere. Sono sicuro che Arafat lo sa.

Chi sta per lanciare una molotov si muove continuamente, come fate a mirarlo?

Dipende dalle distanze. A 100 metri non è difficile, lo facciamo anche come esercitazione, poi ci sono anche bersagli facili, dipende tutto dalla distanza. A 500 metri sai già che è meglio non mirare alla testa ma alla parte centrale del corpo, perché è più facile, e devi tenere in considerazione anche il vento, la deviazione, ma a 100 metri è un lavoro molto pulito, semplice. In Libano un tiratore doveva essere molto più bravo, le distanze erano da 700 a 1000 metri. Qui sono 100 metri.

E' facile sparare alla testa?

Sì. I ragazzi là, anche quelli che tirano le molotov, o anche quelli che sparano, hanno l'istinto di fermarsi un secondo per pensare dove tirare la molotov o dove sparare, e questo secondo dà al tiratore cinque o sei secondi, senza problemi. Se lui si ferma, anche se sei lontano, la sua testa non è un problema.

Nel retro delle jeep c'è sempre qualcuno con un fucile. E' un tiratore?

Di solito spara pallottole di gomma.

E tu che pallottole spari?

Un tiratore scelto spara pallottole letali, pallottole più grandi di quelle sparate da un M-16, ma di qualità superiore.

L'Autorità palestinese dice che l'Idf spara pallottole ad alta velocità. E' questo che fai?

Non è una cosa ordinaria come l'M-16. Dipende dalla situazione. La pallottola di un tiratore se colpisce il corpo, uccide. Le pallottole ad alta velocità hanno una copertura di metallo (metal jacket). In una pallottola regolare, il fondo non è ricoperto, e questo incide sulla sua aereodinamicità. L'aria smangia lievemente la punta della pallottola e gradualmente entra all'interno distorcendone la direzione. Nelle armi che usano i tiratori questo non accade.

Quindi la punta è tutta di metallo...

Giusto, ed è più aereodinamica. E' fatta a punta ed è lunga. Ciò che poi è importante è l'arma stessa, la bocca del fucile è libera, non vi è nulla attaccato. Accanto ad ogni tiratore scelto ve n'è un altro che mira con un binocolo.

Ovviamente anche tu vedi?!

Vedo attraverso il mirino telescopico se ho colpito una persona, ma non vedo esattamente dove sta andando la pallottola. La persona che ha il compito di mirare può vederlo. Con dei binocoli regolari si può vedere il riverbero che lascia la pallottola, la polvere, l'involucro. Il soldato con il binocolo poi ti dice che hai colpito a ore due a 60 centimetri dalla persona. Se un tiratore non è preciso con la prima pallottola, con la seconda è cosa quasi fatta.

Vi dicono di mirare alla testa o dipende da voi?

Se dicono ad un tiratore di sparare la sua intenzione sarà di sparare alla testa. Perché se un tiratore spara, lo fa per uccidere. A meno che non ci siano individui specifici ai quali bisogna sparare alle gambe - e in questa guerra non è successo spesso; in questo caso ci viene chiesto espressamente.

Perché non è successo spesso?

C'è la precisa strategia di sparare solo alle persone che mettono in pericolo la vita. Questo fa sì che l'Idf spari meno e che ci siano meno feriti, e probabilmente questo fa salire il numero dei morti. Al contempo, l'Idf sta facendo grossi sforzi per non sparare, non uccidere, per lasciarli manifestare un pochino - forse anche perché, come ci è stato detto prima che tutto iniziasse, si vuole lasciare la possibilità ad Arafat di organizzare le sue manifestazioni, senza fornire a lui e ad altri paesi la scusa per entrare in stato di guerra.

Non c'è il pericolo che cominci una competizione fra tiratori su chi colpisce più besagli?

Fra noi, non accadono queste cose. Qualcuno mi ha detto che in un posto in cui si trovava, alcuni veterani erano arrabbiati perché i giovani non sapevano trattenersi. Erano contenti di sparare. Ma anche per me, che prima del servizio militare pensavo che avrei cercato in ogni modo di non sparare, è terribile dirlo, ma se sei lì, hai un'arma, ti trovi in un agguato speri che qualcosa ne venga fuori. Stai lì seduto tutta la notte, è molto noioso e alla fine vuoi acchiappare questi tipi e dar loro una lezione. In una postazione, i più vecchi sono venuti a darci il cambio, e non credevano che i giovani sparassero così tanto. Dopo ci hanno detto di smettere di sparare immediatamente. E c'è voluto ancora qualche minuto. Questo accade a causa del piacere che si prova a sparare. A mio parere, queste sono cose che pongono l'Idf in una posizione sbagliata. Ci sono soldati che caricano prima una pallottola normale e poi una di gomma, così quest'ultima acquista una forza superiore e riesce ad uccidere.

Io sono stata in quei posti, a quelle manifestazioni, in cui i palestinesi hanno "aperto il fuoco"....

Stai cercando di dire che il fuoco palestinese è patetico? Sì, corretto. Sono d'accordo.

L'esercito lo sapeva che era patetico.

Sì. Gli spari sono assolutamente patetici. E fino a quando sparano, sai perfettamente che saranno spari in aria...

E' per spavalderia?

Sì. L'Idf lo sa questo.

Allora perché uccidete, perché non basta ferire?

Se decidi di ferire la gente, più persone verranno colpite e la questione è cosa è meglio. Ferire i dimostranti produce ancora più rabbia.

Chi te l'ha detto?

E' la mia opinione personale. Se tu ferisci qualcuno, la persona si mette ad urlare, dice che sta provando dolore. L'Idf sa che il fuoco di Fatah ha uno scopo dimostrativo e che il miglioramento delle loro capacità come tiratori può essere prevenuto, ciò nonostante il fuoco palestinese sta diventando più preciso, quindi la politica di forte repressione non è servita. Ho un amico che è un colono, e per lui il fuoco non è stato affatto patetico. A suo parere ogni volta che loro sparano, noi li dobbiamo sparare molto di più. Se tu parlassi con lui la conversazione sarebbe completamente differente. Tu stai parlando con me, e la mia natura mi dice di lasciarli talvolta sparare, senza rispondere. Ma quando sono un soldato non mi interrogo. Ci sono degli ordini, e so in anticipo che se loro sparano, io devo rispondere. Sarebbe grave per l'Idf se le cose non andassero così. Gli errori si verificano quando ci si comporta diversamente. Una persona decide di sparare, un'altra decide l'opposto. Ora sarò un po' duro: l'Idf spara perché in ogni caso ci sono soldati che rimangono uccisi.

Pensi che non ci possa essere vendetta?

Non so se l'Idf si vendica. Ma ogni volta, dopo che si verifica un incidente serio, c'è un'implicazione politica. Come soldato sai che se nei giornali di oggi è stato scritto di cose che sono capitate all'Idf, allora ti lasceranno sparare di più. Ad esempio questa notte sparerò molto di più di quanto abbia fatto ieri.

Perché? Sei tu che lo vuoi, o te lo fanno fare?

Me lo fanno fare. Io non voglio sparare poi tanto, anche se ci sono altri soldati che vogliono davvero sparare molto. All'inizio sparo anch'io tanto, poi dopo un po', mi dico, è abbastanza.

Non hai sparato a bambini?

Nessun tiratore ha mai sparato a bambini.

Ciò nonostante ci sono bambini palestinesi che sono stati colpiti, feriti o uccisi per essere stati colpiti alla testa. A meno che non fossero degli errori...

Se erano bambini, si tratta di errori.

Gli ufficiali vi parlano di questo?

Ce ne parlano molto. Ci vietano di sparare ai bambini.

Come ve lo dicono?

Non sparate a bambini di 12 anni o più giovani.

Ciò significa che avete il permesso per bambini di 12 anni o più grandi?

Dai 12 in su è permesso. Uno a 12 anni non è più un bambino, è già dopo il suo Bar mizvah (cerimonia ebraica di passaggio nella comunità degli adulti, ndt).

Ma il "Bar mizvah" avviene a 13 anni!

Questo è quello che ci hanno detto: dai 12 anni in su voi siete autorizzati a sparare ai bambini. Perché già non mi sembrano bambini per definizione, anche se negli Stati Uniti un bambino può avere 23 anni.

Il diritto internazionale definisce "bambino" una persona che ha meno di 18 anni.

Fino ai 18 anni è un bambino?

Già. Secondo l'Idf lo è fino ai 12 anni?

Secondo quanto l'Idf dice ai suoi soldati. Non so se questo è quello che l'Idf dice ai mezzi di informazione.

Non vi sono ordini che dicono che le persone fra i 12 e i 18 anni devono essere colpite solo alle gambe e non alla testa?

Certo, cerchiamo di vedere che sia sopra i vent'anni.

Nei dieci secondi che avete?

Nei dieci secondi che ho, devo stimare l'età. E in che direzione soffia il vento, e le deviazioni qui e là, e in che modo lui salterà fra un attimo. Ma è difficile che ci siano degli errori da parte dei tiratori. Gli errori sono commessi da persone che non sono tiratori scelti.

E viene fuori che a loro è capitato di colpire le teste dei bambini, e tutto ciò per puro caso?

Se dici che hai visto tanti bambini colpiti alla testa, allora è stato fatto da dei tiratori.

Quindi tu mi stai dicendo che le nostre definizioni di "bambino" sono diverse?

La tua definizione è diversa. Perché per te è qualcuno che ha 12 anni.

Sì. Ma un bambino di 13 anni, non è armato, sia che tu lo chiami ragazzo, teenager o adulto.

Lui non è armato ma ha una molotov e in certi posti è possibile sparare anche a persone che tirano molotov.

Sai quante persone sono state uccise ieri?

No. Mi dispiace.

Da quanto dici delle istruzioni improntate alla cautela che vengono date ai tiratori, deduco che tutte le persone che sono state ucccise erano armate. Ma non mi sembra...

Non sembra così neanche a me. Non si può far niente, se l'Idf decide di reagire, accadono molti errori e di conseguenza molte persone rimangono uccise. D'altra parte ne potrebbero essere uccise molte di più. Ho visto un pamphlet di istruzioni su come aprire il fuoco. Non ci sono cose di questo genere. Tutto viene fatto in base alle istruzioni che il comandante ci dà la mattina.

Voglio continuare sulla questione dei 12 anni. Perché è stata stabilita questa età?

Ho sentito dire che per l'Idf è importante sapere se una persona aveva più di 12 anni, quindi ne ho desunto che l'età limite era quella dei 12 anni. Loro non ci hanno parlato di nessuna età precisa, ci hanno solo detto di non sparare ai bambini. L'Idf non ha specificato l'età. Facciamo attenzione a non uccidere, a non avere molti morti. Sei morti è normale, c'è ne potrebbero essere molti di più.

Cosa intendi per "normale"?

Perché loro ci sparano, e se qualcuno ti spara, anche se in modo patetico, devi reagire sparando.

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