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Michelino - Trollio: Operai carne da macello

13. La lotta contro le archiviazioni

 

Anche se col cuore gonfio di tristezza per la perdita di Gianni, la battaglia per accertare la verità sui morti della Breda e per ottenere giustizia non si ferma.

Nel mese di novembre 1999 il Pubblico Ministero del Tribunale di Monza, dott. Vincenzo Fiorillo, chiede l’archiviazione del procedimento penale “nei confronti di ignoti” per la morte di Lino Cattan, ex lavoratore Breda, morto per mesotelioma pleurico, perché” il decesso è intervenuto in data 22 maggio 1990, dunque più di 9 anni orsono, a distanza di circa 24 anni dalla data di cessazione alla esposizione all’amianto” e quindi, ad avviso del P.M. è “improbabile qualsivoglia accertamento che possa condurre con margini di sufficiente certezza all’accertamento dell’eventuale nesso di casualità tra la esposizione all’amianto e la intervenuta morte”

Oltre all’opposizione formale inoltrata dal nostro avvocato, il Comitato decide di scrivere una lettera di protesta all’ufficio del Giudice per le Indagini preliminari e al capo della Procura di Monza.

Se da una parte ci stupisce l’ignoranza in materia dimostrata dalla richiesta di archiviazione, dall’altra ci indigna il cinismo con cui il dott. Fiorillo chiede  l’archiviazione.

Noi crediamo che la vita umana sia il bene più prezioso e che obiettivo della “giustizia”, in ogni società civile, debba essere l’accertamento della verità e delle responsabilità relative ad ogni morte “innaturale”, non importa a quale distanza di tempo.

Accertare le responsabilità di tutte queste morti dovrebbe essere un dovere morale e sociale irrinunciabile, ma questa non è l’opinione di una parte della magistratura.

Il 20 maggio 2000 sarà  il P.M. dr. G. Gerosa a richiedere l’archiviazione del procedimento per la morte di Lino Cattan, dato che “… il legale rappresentante della Breda Elettromeccanica per il periodo di interesse risulta essere deceduto”.

Nonostante le nostre proteste e la richiesta di incontro formale, in merito alle indagini in oggetto, inviata al P.M. al G.I.P. e al Procuratore Capo del Tribunale di Monza, i giudici ci ignorano completamente.

Il 21 settembre 2000, il P.M. del tribunale di Milano, dott. Stefano Aprile comunica al nostro avvocato l’avvenuta archiviazione della causa depositata da Giambattista Tagarelli.

Anche la denuncia riguardante l’operaio Domenico Morano, prima stralciata insieme ad altre tre  dalle cause presentate a Milano e inviata quindi a Monza, viene archiviata.

Il titolare dell’inchiesta - che un anno prima aveva dichiarato di voler procedere al rinvio a giudizio di 6 dirigenti della Breda Fucine entro pochi mesi  non solo non aveva emesso - dopo ben quattro anni di “indagini” - alcun decreto di rinvio a giudizio nei confronti dei dirigenti imputati, ma ci comunicava l’avvenuta archiviazione, scrivendo che la morte di molti lavoratori “è astrattamente riconducibile all’amianto”.

Per il dott. Aprile i numerosi morti della Breda  sono un’astrazione, non una terribile realtà.

Contro i tentativi di mettere sotto silenzio le responsabilità dei dirigenti della Breda nei confronti dei lavoratori morti, dei malati e  di quanti – ormai lo sappiamo bene - purtroppo si ammaleranno nel futuro, l’assemblea del Comitato del 28 settembre 2000 decide un’iniziativa di lotta contro quella che è ormai una evidente scelta politica della magistratura di non celebrare questi processi.

Il 13 ottobre 2000 siamo in tanti davanti alla Pretura di Milano, sede dell’ufficio del P.M., a manifestare la nostra protesta e a denunciare che, nonostante le promesse, la magistratura milanese proprio non li vuol fare, questi processi.

 

Così il quotidiano IL GIORNO del 14 ottobre riporta la notizia del presidio:

 “LA SALUTE NON È UNA MERCE”

Lo hanno scritto a lettere cubitali e lo hanno detto anche a gran voce i familiari dei “bredini” morti di tumore per l’esposizione all’amianto, i lavoratori ammalati e i loro compagni di lavoro, riuniti nel Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio.

Ieri mattina, una quarantina di loro, in delegazione, ha protestato per due ore davanti alla procura di Milano, in piazza Umanitaria, contro i tentativi di archiviazione delle cause intentate nei riguardi degli ex dirigenti Breda e contro i ritardi della magistratura”.

 

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