NOI LAVORATORI DEL COMUNE DI MILANO

PRENDIAMO LA PAROLA

numero 2 30 gennaio 1998

CONTRATTO ENTI LOCALI: IL "BELLO" DELLA PRIVATIZZAZIONE…

Il 31 dicembre scorso è scaduto il primo contratto di lavoro degli enti locali stipulato secondo le regole della "privatizzazione del rapporto di lavoro del pubblico impiego", introdotte dal governo Amato nel '92 con il plauso dei sindacati confederali, che cianciavano di "rivoluzione normativa" e di "rilancio della contrattazione". Dopo Amato, tutti gli altri governi hanno proseguito l'attacco alle condizioni normative ed economiche dei lavoratori in generale, in particolare contro il pubblico impiego. Dove vige una sorta di abolizione del diritto di sciopero, dove di fatto non esiste libertà di organizzazione sindacale extra-confederale, e dove sono state introdotte solo le norme sfavorevoli del rapporto di lavoro privatistico.

Il tutto è avvenuto grazie alla tradizionale subalternità sindacale al potere politico che caratterizza il pubblico impiego. E ha lasciato profondi segni di frustrazione nei lavoratori, che non nascondono la loro sfiducia non solo nei confronti delle organizzazioni sindacali, ma anche (e questo è più grave!) della mobilitazione collettiva. Non è un mistero che il comportamento dei lavoratori pubblici ondeggi dalla ricerca di un impotente protagonismo a forme di bieco "lecchinismo", da manifestazioni di sterile corporativismo alla più totale passività.

La strada per recuperare dignità non ammette scorciatoie: è necessario unire i nostri sforzi, comunicare le nostre esperienze, unificare le molteplici figure "tipiche e atipiche" che sono presenti nei servizi comunali, che si tratti di lavoratori di ruolo e non di ruolo, a tempo pieno e a tempo parziale, in ritenuta d'acconto e "socialmente utili".

"Prendiamo la Parola" vorrebbe essere uno strumento utile per percorrere questa strada; un cammino difficile ma necessario.

servizi comunali in appalto

…E IL "BELLO" DEGLI APPALTI: LAVORO NERO!

Da anni le diverse amministrazioni del comune di Milano stanno appaltando sempre più servizi a società private. Queste "privatizzazioni" sono principalmente finalizzate a risparmiare sui costi dei servizi e a renderli "più efficienti". Così ci raccontano. Senza però spiegarci con quali metodi riescono ad ottenere risparmio ed efficienza…

Uno dei tanti metodi ve lo spieghiamo qui: i privati ricorrono al lavoro nero e a quelle forme di lavoro ai limiti della legalità, come ad esempio le prestazioni occasionali (che in realtà spesso sono continuative), pagate con il sistema della ritenuta d'acconto.

Per dirla in breve: a noi risulta che in diversi servizi appaltati dal comune viene fatto ricorso al lavoro nero. Basta questo esempio: il servizio di trasporto di cibi cotti della refezione scolastica, appaltato a due società private, viene eseguito facendo ricorso all'impiego di lavoratori in pensione che vengono retribuiti in nero.

Questo è un fatto molto grave, del quale i dirigenti comunali competenti non possono disinteressarsi; se non altro, perché la legge sugli appalti li ritiene "responsabili in solido con l'appaltatore" (legge 1369 del 1960).

sicurezza 1

UN PERICOLO PUBBLICO: VIA LARGA 12

Il sindaco Albertini ha recentemente proclamato che "è intollerabile che ai cittadini, come ai dipendenti, non vengano garantite condizioni di assoluta sicurezza e serenità". E bravo!

Il 15 ottobre '97 alle ore 12.30 è avvenuto il crollo della scala degli uffici comunali di via Larga 12, provocando, per pura fortuna, solo due feriti. Il palazzo ospita 700 dipendenti, su 4 piani; e naturalmente anche molto pubblico.

Dalle numerose interviste fatte in quei giorni dai mass-media, è uscito con chiarezza che il problema della scala non è l'unico: la maggioranza degli impianti non è a norma.

Per esempio, le conseguenze di un incendio in via Larga sarebbero tragiche, perché mancano segnalatori acustici di pericolo e locali protetti da fumi e fiamme. Dato che per legge gli ascensori non si devono utilizzare in caso di incendio, tutti dovrebbero affluire alle scale: ma attualmente solo 3 su 5 sono utilizzabili.

E non è finita: il flusso della gente che sfugge a un incendio dovrebbe infine fare i conti, al piano terra, con le doppie porte, poco distanti l'una dall'altra, con apertura verso l'interno: altro che porte anti-panico! Insomma, tutte le uscite del palazzo di via Larga in caso di emergenza potrebbero trasformarsi in trappole mortali.

Lo sa il sindaco Albertini che per l'edificio di via Larga non solo è inesistente il certificato di prevenzione e incendio che la legge impone, ma neppure esiste un nulla osta provvisorio? Attenzione: se succede qualcosa in via Larga, non ci scappa il morto, ci scappa una strage!

 

sicurezza 2: dall'acquedotto

TUTTO A NORMA, MA SOLO NEL FUTURO

Verso la fine di novembre, una cassetta di derivazione, alla quale prende corrente un aspiratore dei fumi, è andata in corto circuito: una bella fumata e un po' di fili elettrici fusi. Il bello è che i fusibili non si sono fusi e che l'interruttore del quadro elettrico non ha interrotto la corrente automaticamente.

A chi chiedeva spiegazioni è stato risposto che questo è successo perché l'impianto è fuori norma… e comunque è previsto nel futuro il cambio del quadro elettrico.

Allegria, insomma! Nel pericolo siamo e nel pericolo restiamo, ma niente paura: ci aspetta un futuro in cui tutto sarà a posto! Quando?

Nel frattempo, chi lavora nel reparto ha appeso ferri di cavallo, cornetti e amuleti vari: devono pensarci loro a proteggerci contro la sfiga…

LA LOTTA DEI VIGILI

INTERESSA ANCHE A NOI

L'accordo raggiunto dalla giunta Albertini con Cgil Cisl e Uil, che peggiora gravemente le condizioni di vita e di lavoro di gran parte dei vigili, è stato solennemente bocciato dagli interessati.

In un'affollata assemblea tenuta alla Camera del Lavoro i vigili, in polemica con la giunta e con Cgil Cisl e Uil, hanno costituito un comitato di lotta, continuando lo stato d'agitazione.

Contro la loro resistenza si è scatenata una campagna di stampa che, agendo sulla poca simpatia di cui godono da parte della popolazione (le multe non fanno mai piacere!), cerca di screditarli con l'affermazione che loro stanno lottando solo per difendere i propri privilegi.

Storielle ben note, ormai: da sempre padroni e mass-media tentano di far passare nella testa della gente l'idea che i diritti e le conquiste, frutti di lotte passate, non sono altro che privilegi.

Noi riteniamo importante esprimere la nostra solidarietà alla lotta dei vigili; anche perché siamo coscienti che, se Albertini riuscirà a spuntarla contro di loro, c'è da prevedere che arriveranno "legnate" anche a noi…

Per dirci che ne pensi, per mandarci un tuo scritto da pubblicare, per partecipare ai nostri incontri, puoi rivolgerti a chi nella tua sede ha affisso o ha distribuito questo numero di prendiamo la parola.

 

collettivo PLP – via Magenta 88 – Sesto S.G. / f.i.p.