NOI LAVORATORI DEL COMUNE DI MILANO

PRENDIAMO LA PAROLA

numero 3 25 marzo 1998

"Privatizzazione" è la parola-chiave che sta alla base del progetto di ristrutturazione che l'amministrazione comunale sta mettendo a punto: privatizzazione dei rapporti di lavoro e privatizzazione di un buon numero di servizi.

Secondo i nuovi organigrammi i dipendenti comunali a tempo pieno passerebbero in breve tempo dagli attuali 18 mila a 13 mila. Lo strumento per attuare la riduzione di personale è fornito dalla legge Bassanini, che permette - attraverso la mobilità e la cassa integrazione - di espellere dai posti di lavoro il personale considerato "eccedente".

Ormai nessun lavoratore del Comune di Milano può dire che il suo posto di lavoro è sicuro! L'attacco alle condizioni di lavoro e di vita dei vigili e delle maestre d'asilo è solo l'inizio di un attacco generalizzato che coinvolgerà tutti.

Ricordiamoci che Albertini era direttore della Confindustria e sa bene come si fa a "ristrutturare".

L'unico modo che abbiamo a disposizione per contrastare questo piano di licenziamenti mascherati è quello di essere tutti uniti: e tutti sappiamo bene che invece la concorrenza mette un lavoratore contro l'altro, un settore contro l'altro.

Ci sono voluti decenni di storia perché i lavoratori riuscissero a organizzarsi in sindacato per difendere i propri interessi nel modo più unitario possibile; ed è stato anche grazie al livello di unità raggiunto, che negli anni sessanta-settanta abbiamo ottenuto dei risultati importanti. È perciò avvilente vedere oggi la sfrenata concorrenza tra le diverse sigle sindacali, che usano spesso in modo strumentale la voglia di lotta e di mobilitazione dei lavoratori; il tutto avviene "per qualche tessera in più", o – peggio – per occupare qualche posto attorno ai tavoli che contano, dove vengono spartiti potere, mercato e denaro…

E' giunto il momento di dire basta alle divisioni tra noi, e di metterci tutti assieme, senza delegare più a nessuno la difesa dei nostri interessi! Come? Costituendo comitati unitari di lotta in ogni sede, gestiti però direttamente dai lavoratori e non più dalle varie sigle sindacali. Dopo i vigili, nelle ultime settimane si sono organizzati in comitato i lavoratori dell'Autoparco (vedi pagina seguente); e i lavoratori dell'area dei Servizi Tecnici: il loro "Comitato di iniziativa per un concorso interno 3°>4°>5° livello" – dopo aver raccolto centinaia di firme – ha presentato una piattaforma rivendicativa a tutti i lavoratori dei dieci settori interessati (ne riparleremo prossimamente…).

la legge Bassanini

"MOBILITÀ E NIENTE POSTO FISSO

PER I DIPENDENTI PUBBLICI"

Con questo titolo il Corriere della Sera dell'11 febbraio '98 presenta la riforma del ministro Bassanini, che "porterà alla privatizzazione dei contratti"; così anche nel pubblico impiego il lavoro sarà precarizzato, e diventerà sempre più normale l'utilizzo del lavoro interinale e di quello a termine, della mobilità e della cassa integrazione. In particolare, quest'ultima scatterà in due casi: l'impossibilità di ricollocamento del dipendente in altro ufficio, o il rifiuto del lavoratore ad accettare la mobilità; e potrà avere una durata massima di due anni.

Come per la riforma delle pensioni, anche questa controriforma può contare sul consenso delle organizzazioni sindacali "buone", cioè Cgil-Cisl-Uil, ormai diventate compartecipi nell'eliminare poco alla volta diritti, stato sociale, combattività dei lavoratori.

In questo caso, ai dipendenti pubblici viene tolta un'altra parte di diritti. Si sa, ormai tutti dicono che la "certezza" del posto di lavoro è un "privilegio".

Ma se il nostro posto di lavoro o la nostra pensione sono chiamate "privilegi", come possiamo chiamare – facciamo un brevissimo elenco a caso – gli sgravi fiscali alle aziende, o gli incentivi alla rottamazione delle auto, o i mille miliardi concessi alle scuole private?

 

scheda

i contenuti della legge bassanini

Rapporto di lavoro: privatizzazione del rapporto di lavoro per tutti i dipendenti pubblici; adozione di forme contrattuali flessibili per le assunzioni, sulla base del codice civile e della contrattazione collettiva; assunzioni part-time e a tempo determinato

Mobilità con decentramento: mobilità volontaria diretta per i passaggi da una struttura all'altra di personale della stessa qualifica nel caso di vuoti d'organico; mobilità automatica – previa consultazione sindacale – nell'ambito della stessa zona territoriale per il personale coinvolto nel decentramento amministrativo (passaggio da una vecchia a una nuova amministrazione o trasferimento da ente pubblico dismesso a un nuovo ente privato); con la mobilità automatica deve essere garantito il mantenimento delle mansioni svolte.

Mobilità per eccedenze di personale: procedure definite con l'assistenza dell'Aran e con la consultazione preventiva con i sindacati; possibilità di gestione, nell'ambito della stesura dei contratti nazionali, della mobilità nel medesimo ambito territoriale; collocamento in disponibilità (cassa integrazione della pubblica amministrazione) per i dipendenti che rifiutano la mobilità.

Controversie dal Tar al pretore: dal 1° luglio '98 passano al giudice ordinario tutte le controversie in materia di rapporto di lavoro nel pubblico impiego e le controversie per comportamenti antisindacali (dal Sole 24 Ore / 10 febbraio '98)

all'Autoparco è nato

UN COMITATO DI LOTTA

Trascriviamo parte di un "comunicato per tutti i lavoratori" che abbiamo ricevuto pochi giorni fa:

"I lavoratori dell'Autoparco Officina Civile, il giorno 10 marzo '98 riuniti in assemblea davanti a Palazzo Marino, in seguito alla richiesta da parte di Cgil – Cisl – Uil di ottenere un incontro con l'amministrazione del comune di Milano, hanno votato a maggioranza, senza voti contrari, un comitato di lotta che si faccia promotore nel proporre forme di lotta e segua tutte le trattative che ci saranno in questa fase".

Seguono i nomi dei 4 lavoratori eletti dall'assemblea.

Lavoratori dell'Autoparco, noi siamo con voi: coraggio!

 

una pericolosa parola nuova

ESTERNALIZZAZIONE

"Si rende pertanto necessario porre in essere con ogni possibile urgenza le già programmate esternalizzazioni di alcuni Servizi (Pulizie, Autoparco, Mense, Sicom), al fine di conseguire una riduzione della spesa di personale di circa 5 miliardi per ciascun anno del triennio 1998/2000".

Così è scritto nella relazione di accompagnamento al bilancio previsionale approvato dal consiglio comunale il mese scorso. Non ci pare proprio necessario spiegare cosa vuol dire questa parola (ben brutta!) che da poco tempo è stata inventata, naturalmente a spese dei lavoratori.

Ok, abbiamo capito: i lavoratori dei quattro servizi di cui sopra dovrebbero essere i primi che rischiano di essere passati in quattro e quattr'otto dal pubblico al privato, grazie alla legge Bassanini:

Ma non vengano a raccontarci la palla che con l'esternalizzazione di questi servizi i nostri amministratori potranno risparmiare così di netto un pacchetto di soldi… se no ci viene il sospetto che qualcuno pensa a far fuori da subito qualche centinaio almeno di lavoratori…

È bene che i nostri capoccioni ricordino il vecchio proverbio: non si fanno i conti senza l'oste. Dove l'oste, in questo caso, dobbiamo essere noi lavoratori comunali: tutti, non solo quelli attualmente in pericolo!

un volantino di cui la CGIL dovrebbe vergognarsi

"AVVISO AI LAVORATORI SOCIALMENTE UTILI"

"… Va ricordato alle lavoratrici e ai lavoratori che l'attuale normativa sull'utilizzo di personale in LSU non prevede la possibilità di partecipare ad indizioni di sciopero in orario di lavoro. Ciò provocherebbe l'interruzione dei progetti attivati precedentemente, con i rischi conseguenti in relazione al rapporto di lavoro".

È difficile crederci, ma questo "avviso" l'ha scritto la CGIL Funzione Pubblica di Milano il 25 febbraio '98. E vuol dire che la "grande" Cgil accetta tranquillamente una "normativa" che non ammette il diritto di sciopero (e che quindi è contro la costituzione); e tranquillamente avverte gli interessati che non devono scioperare, perché se no perdono il posto di lavoro.

Il sindacato che vogliamo noi, invece, dovrebbe immediatamente portare in piazza i lavoratori per protestare contro questa strana "normativa", impegnandosi a tutelare gli scioperanti in caso di ritorsioni; e contemporaneamente incaricherebbe i propri legali di ricorrere in tribunale contro l'incostituzionalità della legge.

Il guaio è che ormai da tempo la CGIL non può più permettersi una condotta così netta. In questo caso preciso, poi, ci vuole poco a capirlo. Basta leggere le righe seguenti.

Il 31 maggio '97 è uscita una circolare INPS sui contributi sindacali, che dichiarava di non accettare la richiesta presentata da Cgil - Cisl -Uil per ottenere che anche i lavoratori socialmente utili avessero la trattenuta sindacale in busta paga: "non è possibile operare alcuna ritenuta sindacale in quanto trattasi di erogazione avente natura assistenziale, con la finalità di garantire il reddito di persone disoccupate prive di qualsiasi trattamento previdenziale". Così si concludeva la circolare.

Ma un mese e mezzo dopo – il 17 luglio – una nuova circolare ha deciso l'esatto contrario, in seguito a una richiesta del ministero del Lavoro.

Questa – e non solo questa – si chiama concertazione, per chi ancora non lo sapesse. In questo caso, il ministro del lavoro che "concerta" con il "grande" sindacato italiano per rendere possibile il prelievo di quella piccola tangente che si chiama trattenuta sindacale, anche dalle magrissime buste-paga dei lavoratori socialmente utili.

Domanda: ma che se ne fa un lavoratore socialmente utile della tessera di un sindacato che non lo tutela in caso di sciopero?

 

centri cucina refez. scolastica

SENZA ZOCCOLI=A MOLLO!

Il servizio di refezione scolastica eroga ogni giorno circa 70 mila pasti agli utenti: dai bimbi degli asili nido ai ragazzi delle scuole medie. Un servizio che richiede non solo una complessa organizzazione; ma anche – per la sua delicatezza – una forte attenzione da parte dei lavoratori.

Peccato, però, che spesso nei centri cucina si lavori in condizioni precarie. Mancano infatti attrezzature, la manutenzione di quelle esistenti è inefficiente, gli ambienti sono poco idonei...

Un esempio? Scarseggiano le calzature anti-infortunistiche, cioè …gli zoccoli che tutti i lavoratori delle cucine dovrebbero avere in dotazione; e invece ci sono parecchi lavoratori a cui gli zoccoli non vengono forniti; e a molti altri capita di essere spesso costretti a tirare avanti con degli zoccoli già troppo deteriorati dall'uso.

Risultato? Ci tocca lavorare con i piedi a mollo!

Invitiamo tutti i lavoratori interessati a scrivere alle direzioni dei propri settori, chiedendo la fornitura o sostituzione delle calzature deteriorate, in rispetto della legge 626, che l'amministrazione comunale è obbligata a rispettare.

Infatti in quei pochi centri nei quali è già stata presentata una lettera di protesta, gli zoccoli sono stati procurati in breve tempo..

Noi ci incontriamo ogni lunedì alle ore 21 all'indirizzo indicato qui sotto. Invitiamo tutti i lavoratori del comune di Milano a partecipare ai nostri incontri o a mandarci eventuali loro contributi scritti. collettivo Prendiamo la Parola – via Magenta 88 – Sesto S.G. / f.i.p.