PRENDIAMO LA PAROLA

giornalino del comitato di lotta dei lavoratori del Comune di Milano

numero 11 / 22 febbraio 2000

 

Patto per il lavoro, referendum radicali, privatizzazioni ed esternalizzazione del personale (e sotto questo titolo mettiamo anche il passaggio allo stato di oltre 900 commessi), sono questi alcuni dei punti su cui si concentra in questo periodo l’attacco alle condizioni dei lavoratori qui a Milano.

Anche nei servizi pubblici vogliono far trionfare la logica del profitto; causando così gli stessi drammi che da anni ormai si verificano nel privato. Esuberi e peggioramento delle condizioni dei lavoratori sono le prime conseguenze.

La piattaforma integrativa che nel prossimo futuro la RSU proporrà all’approvazione delle assemblee dei lavoratori, deve servire a difenderci: mettiamo un argine all’amministrazione Albertini – De Corato!

Le nostre parole d’ordine continuano ad essere le stesse:

CONTRO LO SFRUTTAMENTO, ORA E SEMPRE RESISTENZA

NON DELEGHIAMO PIÙ A NESSUNO LA DIFESA DEI NOSTRI INTERESSI

contrattazione decentrata integrativa

UNA PIATTAFORMA (FORSE), DUE FILOSOFIE (CERTAMENTE)

Tempo di contrattazione decentrata integrativa, finalmente…

Senza inutili preamboli, vediamo il contesto in cui essa dovrebbe avvenire:

Avviare un contratto integrativo che cerchi di superare almeno in parte questa situazione di squilibrio è dunque quanto mai necessario.

In questi giorni la RSU – sia pure in grave ritardo – sta ultimando la piattaforma che prossimamente verrà messa in discussione tra i lavoratori. L’orientamento prevalente sembra essere quello di presentare una piattaforma unitaria almeno su gran parte delle richieste. Ad esempio, sull’ordinamento professionale si sta delineando la richiesta di rivendicare un passaggio salariale per tutti all’interno delle varie fasce, escluse la C e la D.

A noi pare importante sottolineare che dietro questa piattaforma unitaria si fronteggiano due filosofie ben diverse: la prima, sostenuta dai delegati di Cgil Cisl Uil che cercano di subordinare le richieste ai vincoli di bilancio stabiliti dall’amministrazione e dal contratto nazionale (approvato, sì, ma soltanto dal 3,47% dei lavoratori comunali: a suo tempo avevano votato a favore esattamente 706 dei circa 20 mila lavoratori aventi diritto al voto! – vedi Prendiamo la Parola numero 7 del 6 aprile ‘99).

La seconda filosofia parte principalmente dalle esigenze dei lavoratori e – pur negli stretti limiti imposti dal contratto nazionale – cerca di far valere prima di tutto gli interessi dei lavoratori, difendendo il ruolo dei servizi pubblici: perché il comune non è un’azienda e la logica del profitto non può essere messa a fondamento del servizio pubblico.

i commessi passati al comparto scuola dello stato

928 LAVORATORI COMUNALI IN MENO

Il primo gennaio 2000 più di 900 commessi del comune di Milano (80 mila a livello nazionale) sono passati al comparto scuola dello stato, grazie alla legge 124/99 emanata dal governo D’Alema e "concertata" con la giunta Albertini.

Già nella primavera precedente c’erano state prese di posizione chiare da parte di alcuni delegati RSU, che avevano portato ad una partecipatissima assemblea, nella quale era stata votata all’unanimità una mozione per garantire il diritto di opzione a tutti i lavoratori coinvolti.

"Nessun problema… l’amministrazione ha accolto le richieste di opzione", proclamava ai commessi un volantino di Cgil Cisl Uil datato 16 ottobre ’99. "Nessun allarmismo, anzi, chi non ha fatto la richiesta di opzione è ancora in tempo per esercitarla".

È stata questa l’ultima truffa perpetrata a spese dei commessi. Grazie alla forza dei confederali (70% di consensi raccolti nelle elezioni delle RSU) e grazie al loro servilismo verso questa amministrazione, 928 commessi comunali sono stati messi fuori con la promessa di chissà quali miglioramenti.

Che alla verifica dei fatti risultano piuttosto magri ed incerti.

Dettaglio aggiuntivo non di poco conto: quei commessi che avevano in tasca la tessera sindacale giusta la loro opzione se la sono fatta, comunque: e così un centinaio di trasferimenti sono avvenuti per via clientelare, giusto in tempo per permettere a chi voleva passare allo stato di passarci, e a chi voleva restare al comune di restarci.

grazie a Cgil Cisl Uil

un altro protocollo

…PER BLINDARE LE RSU

 

Il regalo di Natale per i lavoratori del comune di Milano ce lo hanno sottoscritto il 23 dicembre scorso "l’amministrazione comunale, le organizzazioni sindacali e le RSU": dove per organizzazioni sindacali si intende solo Cgil, Cisl e Uil (le altre cinque che si sono presentate alle elezioni delle RSU è come se non esistessero!); e per RSU si intende semplicemente il signor Claudio Mazzarrini della Cgil, coordinatore plenipotenziario delle RSU, con i suoi due vicecoordinatori, naturalmente uno targato Cisl e l’altro Uil.

Si tratta del "protocollo d’intesa sulle Relazioni Sindacali", che applica in dettaglio le prescrizioni del contratto nazionale alla situazione milanese; ottenendo il risultato di "blindare" del tutto le RSU, agli ordini e al servizio dei sindacati confederali.

Non importa che a questo protocollo abbia lavorato per alcuni mesi una commissione delle RSU dove erano rappresentati anche SDB e RDB, che aveva prodotto una proposta di intesa sulle relazioni sindacali che è stata totalmente ignorata da questo protocollo d’intesa.

Insomma, i confederali sono democratici, perché lasciano il diritto di parola a tutti; tanto poi quello che si decide al tavolo di trattativa con la controparte sarà tutt’altro…

 

una mozione dei lavoratori del Settore Impianti / via Amari

Il progetto di privatizzazione e di esternalizzazione dei servizi, portato avanti dalla giunta Albertini e dai suoi amici della Confindustria, incontra continue resistenze da parte dei lavoratori comunali, che stanno dimostrando di essere coscienti dei loro interessi molto più di quanto prevedevano i nostri capoccioni.

Un esempio? Ecco la mozione approvata (nessun voto contrario e un solo astenuto) dai lavoratori di via Amari nell’assemblea del 15 febbraio scorso, indetta unitariamente da tutti i delegati di via Amari (2 Cgil, 1 Cisl e 1 del Comitato di Lotta).

I lavoratori del Settore Impianti, riuniti in assemblea, esprimono il loro dissenso alla lettera di accompagnamento del questionario relativo al "progetto nuova struttura Facility Management" e dichiarano la loro ferma opposizione ad ogni progetto di privatizzazione ed esternalizzazione del settore.

Rivendicano che nessun lavoratore venga spostato senza il suo consenso.

Rivendicano la risoluzione delle problematiche aperte riguardanti il mancato accordo relativo alla produttività 1998, sia rispetto la quota del 40% che rispetto al saldo non ancora riscosso.

Sollecitano l’immediato pagamento dell’acconto di un milione di lire sulla produttività 1999, come richiesto dalla RSU.

Per i motivi sopra elencati, l’assemblea dei lavoratori dà mandato alla RSU di ritirare i questionari e di non consegnarli, se non previa risoluzione dei problemi sopra descritti.

patto per il lavoro

RISERVATO AI LAVORATORI DI SERIE B

…in attesa che tutti noi diventiamo di serie B?

Proviamo a capire cosa ci sta dentro questo discusso patto per il lavoro di cui il sindaco Albertini si vanta.

Il patto per il lavoro andrà a "regolamentare" l'inserimento nel mercato del lavoro dei cittadini italiani o extracomunitari considerati di serie B, cioè:

Questi lavoratori dovrebbero essere assunti attraverso un "canale preferenziale", che li dovrebbe collocare nel mondo del lavoro con contratti flessibili e salari ridotti.

Nessuno ancora ha spiegato però come questi lavoratori faranno a vivere con salari ridotti della metà rispetto a quelli normali; e soprattutto cosa gli succederà quando scadranno i loro contratti. E tantomeno ci spiegano perché mai, a questo punto, non dovrebbe essere più conveniente assumere questi lavoratori al posto di lavoratori qualificati e a tempo indeterminato.

Il patto per il lavoro non è altro che un trampolino per poter istituzionalizzare il lavoro precario in tutti i settori. Attenzione, quindi, cari colleghi: oggi succede a loro, domani potrebbe toccare a noi!

Un’ultima noterella significativa: tutti sanno ormai che questo patto è stato sottoscritto da Cisl e Uil, ma non dalla Cgil. Pochissimi invece sanno che non è vero che la CGIL non era d'accordo sui contenuti del patto. La prova sta in una "ipotesi di intesa" proposta dalla Cgil che però Albertini non ha accolto: in essa si demandava "alle categorie e alle imprese interessate il compito di definire le tipologie contrattuali di assunzione più congrue": insomma, per un minimo di decenza, il patto non l’avrebbero attuato i segretari delle confederazioni sindacali, ma più gradualmente i segretari di ciascuna federazione…

Ehi, siccome succederà che i dirigenti Cgil si glorieranno di questa firma rifiutata, facciamo sapere questi dettagli anche ai tesserati della loro base!

 

 

 

Qui sotto: il Comitato Di Lotta è ben visibile durante il presidio contro il patto per il lavoro a Palazzo Marino (22 novembre 1999)

proponiamo alla discussione dei lavoratori

ALCUNI PUNTI

SUI REFERENDUM PROSSIMI VENTURI

Il quesito sulla libertà di licenziamento è quello più pericoloso. Se passa questo referendum si legittima la libertà di licenziamento; insomma, noi avremo la libertà di essere licenziati: l’unica libertà che ci resta...

andiamo in tribunale

contro i falsi

progetti-obiettivo

I delegati del comitato di lotta – contemporaneamente alle organizzazioni sindacali Rdb, Sdb e Slai-Cobas – hanno dato mandato ai propri avvocati di iniziare una pratica legale contro i falsi progetti – obiettivo relativi all’accordo del 23 luglio 1998, sulla base dei quali doveva essere distribuito il 40% del premio di produttività dell’anno ’98.

I falsi progetti – obiettivo riguardavano in particolare i lavoratori dei seguenti settori:

- edilizia comunale e cimiteriale,

- edilizia residenziale pubblica,

- impianti tecnologici,

- manutenzione,

- sicurezza,

- stime e controllo costi,

- supervisione lavori,

- gare e contratti,

- acquisto e gest. beni e servizi,

- affari generali,

- autoparco,

- civica tipografia.

CHI AVESSE INTENZIONE DI INTENTARE QUESTA VERTENZA, PUÒ CONTATTARCI.

 

Il comitato di lotta dei lavoratori del comune di Milano si riunisce il martedì alle ore 17 presso il consiglio di sede RSU di via Larga (4° piano).

Il collettivo "prendiamo la parola" si riunisce a Sesto S. Giovanni, presso il Centro di Iniziativa Proletaria in via Magenta 88 (in fianco all'ospedale).

 

f.i.p. collettivo "Prendiamo la Parola"

tel+fax 02 26224099

(chiamate urgenti 0339 6855183)

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