PRENDIAMO LA PAROLA

giornalino del comitato di lotta dei lavoratori del Comune di Milano

numero 12 / 16 maggio 2000

ASSEMBLEA GENERALE RETRIBUITA DEI LAVORATORI DEL COMUNE DI MILANO

NON DELEGHIAMO IL NOSTRO FUTURO!

Il sindaco Albertini e la sua squadra di assessori procedono senza esitazione con i loro programmi di privatizzazioni.

FERMIAMO LA GIUNTA ALBERTINI !!!

I delegati della RSU sono divisi dai litigi fra CGIL CISL e UIL; e pur di sedersi ai tavoli di trattativa, sono disposti a concedere terreno a questa amministrazione.

Le privatizzazioni promosse dalla Giunta Comunale si sono rivelate truffe legalizzate il cui obiettivo è speculare sulle risorse pubbliche. La svendita dell’AEM ne è la conferma!

I piani di privatizzazione dei servizi comunali e delle aziende municipalizzate sono un vero insulto alla dignità dei lavoratori e alle fasce più deboli della popolazione. Mirano alla speculazione finanziaria, a cui si aggiunge l’aumento dello sfruttamento dei lavoratori:

Ai cittadini milanesi rimangono:

L’attacco per lo smantellamento dei servizi pubblici è rivolto contro tutti i lavoratori del comune e delle aziende municipalizzate.

La privatizzazione della refezione scolastica, dell’acquedotto, dei servizi cimiteriali, dei settori operai, tecnici e manutentivi è solo l’inizio.

È noto che il Comune intende applicare le linee guida delle leggi Bassanini: privatizzare tutti i servizi con le uniche eccezioni della Polizia Municipale e dei servizi anagrafici fondamentali.

LAVORATORI DEL COMUNE DI MILANO, UNIAMOCI !!!

Non subiamo passivamente i progetti di questa giunta,

le divisioni e la latitanza di CGIL CISL e UIL !

Partecipiamo all’assemblea generale retribuita

dei lavoratori del Comune di Milano

LUNEDÌ 22 MAGGIO 2000

DALLE ORE 9 ALLE ORE 13

ALL’AUDITORIUM DI VIA QUARENGHI 21 (MM Bonola)


per discutere la piattaforma elaborata dal sindacalismo di base


per organizzare lo SCIOPERO GENERALE dei lavoratori degli Enti Locali

e delle aziende municipalizzate del 9 giugno 2000.

I lavoratori e delegati RSU di:

Sindacato di Base – PFB / RdB / SLAI COBAS

COMITATO DI LOTTA DEI LAVORATORI DEL COMUNE DI MILANO

All’assemblea è prevista la partecipazione di delegati delle aziende municipalizzate, privato è bello

1. la svendita delle municipalizzate

Il Sindaco Albertini continua la sua campagna di privatizzazione delle aziende pubbliche e di liberalizzazione dei servizi gestiti dal Comune. Oggi tocca alle farmacie ed alla Centrale del Latte. Contemporaneamente si procede ad esternalizzare l’attività di custodia e pulizia degli edifici scolastici e comunali appaltati alla Policarbo Servizi, mentre sono in fase di attuazione altre esternalizzazioni, quali quelle delle refezioni scolastiche e sono in gestazione quelle di pezzi di AEM e AMSA.

Su tutto ciò l’accordo definito comunemente "Patto per Milano", cui è stata data grande rilevanza mediatica anche se, per ora interessa un numero marginale di persone. Le conseguenze del Patto, per la cui attivazione sono stati approntati 7 progetti, in primo luogo da AMSA e ATM, saranno devastanti per i lavoratori: in primo luogo con l’abbassamento di tutti i salari e il peggioramento delle condizioni di lavoro per tutti.

I progetti che oggi si stanno varando, costituiscono le prove generali per la messa a punto del sistema e fanno il paio con l’attività della Policarbo Servizi, che per svolgere l’attività di appalto ha assunto dagli LSU (lavori socialmente utili) e dalle liste di mobilità circa 300 lavoratori, con forti sostegni pubblici: infatti, il risparmio aziendale per ciascun lavoratore assunto varia dai 14 ai

18 milioni l’anno.

Tutto questo mentre si fanno milioni di ore straordinarie. In ATM se ne effettuano 2,2 milioni: questi straordinari corrispondono a 1100 posti di lavoro!

Rendere il servizio pubblico più appetibile per il capitale privato, creando le condizioni per conseguire elevati profitti (per favorire questi processi, si suddividono in lotti, si introduce l’azionariato diffuso, si creano le holding….): è quello che accade alla AEM, all’ENEL, alle POSTE...

ACCADE ALL’AEM… – Trasformata in SpA nel 1996. Collocata in borsa nel luglio ’97 a 1600 lire per azione (oggi ne vale 12.000). Spezzettata in 5 società diverse dal 1° gennaio 2000.

Grazie a queste operazioni ed ai "piani industriali" che ne sono derivati, ora i lavoratori cominciano a pagare le conseguenze non solo sul piano occupazionale (500 posti in meno dal ’96), ma anche su quello contrattuale, a causa degli appalti, delle cessioni di rami d’azienda, delle esternalizzazioni e all’introduzione del lavoro interinale. Tutto ciò porta al peggioramento del costo del servizio rivolto all’utenza, a causa delle scelte dell’azienda sempre più legate ai processi di finanziarizzazione (vedi borsa) e non ai compiti istituzionali di servizio per cui è nata AEM.

(i testi stampati in corsivo in questo paginone centrale provengono dal sito web dello Slai Cobas ATM: http://userspace.ats.it/free/cobaslai/atm.htm)

… solo per Albertini e soci

LA CENTRALE DEL LATTE FINISCE ALL’ASTA…

Dopo l’AEM, un altro gioiello di famiglia viene svenduto dalla giunta Albertini! Si sta infatti compiendo la vendita all’asta della Centrale del Latte di Milano, che dovrebbe finire nelle mani della Granarolo o della Parmalat.

Questi acquirenti sono interessati al marchio e al relativo mercato, per nulla invece alla reale attività della fabbrica e ai lavoratori che oggi vi operano. Come dimostra il caso attualissimo della Centrale del Latte di Monza, acquistata dalla Parmalat ed oggi chiusa, malgrado gli accordi stipulati e le promesse fatte al momento dell’acquisto garantissero il mantenimento della produzione dell’occupazione.

I lavoratori della Centrale del Latte di Milano non vogliono fare la stessa fine…

La giunta Albertini ha comunque deciso di cedere solo il marchio e le attività di produzione, mentre l’area è già destinata all’Università Bocconi, rispettando un patto tra la giunta stessa e l’Assolombarda, che è il vero luogo dove oggi si assumono le decisioni politiche nella nostra città.

I lavoratori della Centrale del Latte non ci stanno ad assistere tranquillamente alla fine di questa storia. Cercheremo di opporci con le armi tradizionali dei lavoratori…

Questa giunta non ha il diritto di distruggere in 2-3 anni quello che è stato edificato in un secolo da generazioni di milanesi!

Comitato di lotta della Centrale del Latte

2. lo smantellamento dei servizi comunali

Al Comune di Milano l’occupazione è in netta diminuzione: in 10 anni sono stati tagliati circa 5000 posti di lavoro fissi senza una riduzione dei servizi; infatti le varie Giunte hanno mantenuto i servizi ricorrendo agli appalti, al precariato dei lavoratori a termine ed alle figure dei "finti lavoratori autonomi".

Con la Giunta Albertini esplode ancora di più la precarietà: posti di lavoro fissi sono stati sostituiti da più di 3000 "prestatori d’opera", nel 90% dei casi lavoratori di fatto subordinati senza avere garanzie contrattuali; in più un recente accordo tra Comune e Cgil-Cisl-Uil, avallato dalla maggioranza RSU, introduce anche in Comune il lavoro interinale. Le nuove forme di precarietà si aggiungono alle vecchie, i lavoratori interinali si sommano ai precari classici, i lavoratori a tempo determinato usati da tempo in gran quantità per far funzionare i servizi educativi e recentemente come ausiliari della sosta.

Ci manca lo spazio per fare un quadro anche soltanto delle situazioni più rilevanti: in ultima pagina ci limitiamo a fare brevemente il punto della situazione alla manutenzione, alla refezione scolastica e ai servizi funerari.

di altri enti locali e di rappresentanti degli utenti. la refezione scolastica verso la

Milano Ristorazione SpA

"Logica del profitto alla Refezione Scolastica: l’ennesima operazione della giunta Milanese contro tutti i lavoratori!" Con questa frase abbiamo titolato il volantino distribuito in occasione dello sciopero del 4 maggio del servizio refezione scolastica, che ha registrato l’adesione del 75% dei lavoratori.

I lavoratori hanno dimostrato ampiamente di non avere dubbi su come rispondere alla cultura della speculazione promossa dalla giunta comunale.

Tale cultura si riconosce facilmente leggendo il testo della proposta di esternalizzazione del servizio, che dovrebbe passare alla gestione della società per azioni Milano Ristorazione.

Ne esponiamo alcuni punti:

1. meritocrazia: i lavoratori saranno valorizzati con sistemi meritocratici. Cioè saranno meglio retribuiti coloro che lavorano più di altri, chi non avrà problemi di salute, chi non solleverà questioni o rivendicherà diritti. Il sistema clientelare per cui gli "amici degli amici" venivano avvantaggiati, viene prontamente sostituito con il sistema del merito.

2. aumento dei carichi di lavoro: la SpA produrrà 70.000 pasti al giorno. Nel piano d’impresa contenuto nella proposta di esternalizzazione, gli stessi lavoratori che oggi producono 60.000 pasti al giorno, produrranno i 70.000 previsti. Questo significherà un aumento dei carichi di lavoro del 15%. Forse sono questi i sistemi con cui introdurranno la logica del merito: lavorare di più per dare ai lavoratori qualche briciola di risparmio!

3. meno democrazia: praticamente c’è da aspettarsi che i meno produttivi e meritevoli saranno messi in disparte o magari anche licenziati (dato che i contratti simili del settore turismo prevedono già la libertà di licenziamento). A partire da settembre questi sistemi volgari e repressivi sono stati già introdotti: insulti personali e trasferimenti immotivati sono ormai all’ordine del giorno negli uffici e nei centri cucina.

l’area tecnica verso la

Facility Management SpA

La privatizzazione si fa strada anche nell’area tecnica, operai compresi.

È stata accorpata tutta la manutenzione, cambiando i responsabili di settore, con il conferimento di nuovi incarichi.

L’ing. Annunziata, direttore di settore dell’area tecnica, insieme a un consistente gruppo di tecnici è stato trasferito all’Ufficio Progettazioni al palazzo Pirelli; mentre l’ing. Acerbo è diventato responsabile della Direzione Centrale Tecnica.

Il primo passo verso la costituzione dalla Spa (la "Facility Management") dovrebbe avvenire entro quest’anno, con la costituzione di una società municipalizzata.

i servizi funerari

verso il "caro" estinto ?

Dopo ben trent'anni, la giunta Albertini, vuole cancellare dai servizi offerti dal Comune il servizio funerario, naturalmente procedendo verso l'esternalizzazione del servizio.

Di fatto, pensano di affidare il servizio alle imprese funebri convenzionate. Poco importa se spesso in quel giro vi siano personaggi pluri-indagati…

E come sempre, cercano di far ricadere la colpa sui lavoratori. In un intervista l'Assessore Giancarlo Martella, accusa i lavoratori cimiteriali di voler abbandonare il servizio, chiedendo il trasferimento con certificati medici di inidoneità al servizio.

Il nostro caro assessore non dice mai che le condizioni di lavoro dei cimiteriali sono tetre e angoscianti, oltre che spesso dure; e quindi alla lunga fisicamente e psicologicamente invalidanti.

L’assessore comunque sa bene che i lavoratori del settore non hanno nessuna intenzione di starsene quieti a guardare quello che succede. Glielo hanno già dimostrato durante un presidio indetto dalla RSU e poi durante un’assemblea indetta dal C.S.A. (Coordinamento Sindacale Autonomo).

Votare il 21 maggio? … ma mi faccia il piacere !

Dopo la vergognosa svendita dei diritti faticosamente conquistati dai lavoratori con decenni di lotta, il capitalismo italiano sta portando un altro duro attacco contro i lavoratori.

Un duplice attacco: da un lato, vogliono intaccare i diritti dei lavoratori con il referendum che abolisce l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e concede ai padroni la libertà di licenziare; dall’altro, con il referendum sull’abolizione della quota proporzionale, dietro il mito della governabilità vogliono imporci la truffa del bipartitismo, per arrivare a due partiti aventi lo stesso obiettivo politico: la supremazia della borghesia e del capitale sul proletariato.

Così assistiamo ad una commedia in cui Cgil, Cisl, Uil e i partiti per il NO da una parte e radicalconfindustriali e partiti per il dall’altra, fanno finta di litigare sui referendum.

Attenzione: Cgil, Cisl e Uil promuovono la nascita dei comitati per il NO al referendum radicale dopo aver firmato – il 27 luglio 1999 – il contratto nazionale delle aziende di catering aeroportuale (Ligabue, De Montis, Air Chef 2000, ecc.), dove si prevede qualcosa di molto vicino a quello che i radicali vorrebbero. Nel caso di un licenziamento ritenuto ingiustificato dal Collegio Arbitrale, le aziende di catering possono rifiutare di reintegrare il lavoratore, in cambio del pagamento di un’indennità (dai due mesi e mezzo ai sei mesi di stipendio).

È solo il caso di ricordare che il diessino Debenedetti – oltre ad Alleanza Nazionale, Forza Italia e Rinnovamento Italiano – da anni ha presentato in Parlamento una proposta di legge che concede tutta la libertà di licenziamento in cambio di una misera indennità.

Per questo lanciamo a tutti i lavoratori l'appello a dire il proprio NO con lo strumento dell'astensionismo. L'astensionismo non è una comoda scelta tecnica che consente di aumentare le probabilità di vittoria. Partecipare al gioco referendario andando anche a votare NO vuol dire comunque accettare che i diritti fondamentali riguardanti la dignità e la libertà di ogni lavoratore possano essere messi in discussione da un voto. La schiavitù e la barbarie non possono essere messe ai voti: né noi né chiunque altro può esservi "democraticamente" condannato.

 

ti diranno che...

… è falso !

¯ ¯

Da tempo i sindacati usano il loro potere e il loro controllo per far digerire ai lavoratori le devastanti politiche neoliberiste che piovono da destra e da sinistra. Mai alle imprese è stato concesso tanto come in questi anni. Questo referendum non è contro i sindacati ma contro i diritti minimali di ogni singolo lavoratore.

I delegati intoccabili e coccolati dai padroni sono quelli che si arruffianano con loro e che lasciano passare tutto. Quelli che invece si fanno carico dell’interesse di tutti i lavoratori sono continuamente presi di mira.

È di questi che il referendum vuol conceder ai padroni di potersi disfare.

Se il padrone può farti perdere il posto di lavoro dandoti solo una manciata di soldi, tu sul lavoro non hai più nessun diritto. Ti lasciano aperta solo la strada di chiedere l’elemosina col cappello in mano. Non hai l’inquadramento professionale corrispondente alle mansioni che svolgi? Hai subito un trasferimento illegittimo? Sei costretto a straordinari impossibili? Scopri delle anomalie retributive sulla tua busta paga? Prova a osare a rivendicarlo e il tuo padrone chiuderà la faccenda sbarazzandosi di te. Così anche gli altri impareranno.

 

Se sai di aver la possibilità di difenderti dai soprusi padronali costringendo il tuo padrone a tenerti, puoi trovare più forza per opporti e non arrenderti. E far saltare i nervi a lui prima che a te.

Ormai i padroni hanno infinite possibilità di assumere lavoratori "precari" per il tempo che interessa loro : hanno solo l’imbarazzo della scelta. E dopo aver accumulato profitti nei momenti buoni, possono tirar fuori "gravi problemi produttivi" e procedere tranquillamente a licenziamenti "per giustificato motivo" anche dei lavoratori fissi. Decine di migliaia sono i licenziamenti "legittimi" che ogni anno avvengono in Italia.

 

Nessun padrone è così scemo da dichiarare il vero motivo per cui licenzia. Accampa sempre altri pretesti. Oggi se riesci a dimostrare che i pretesti non tengono, sveli che i veri motivi sono altri. Il referendum, concedendo il licenziamento anche senza validi motivi, toglie ogni possibilità di sostenere la discriminazione.

E poi la Corte Costituzionale dichiarando ammissibile questo referendum ha esplicitamente escluso che l’abrogazione dell’art.18 lasci in piedi una qualche differenza tra licenziamenti illegittimi e licenziamenti discriminatori.

 

L’assunzione attraverso la "chiamata numerica" dell’ufficio di collocamento è stata abolita. Prova a presentarti sul mercato del lavoro col marchio del "licenziato" , soprattutto se di una certa età e con media professionalità. Se vorrai evitarlo, il padrone ti proporrà "amichevolmente" di conciliare la cosa autolicenziandoti, senza ricorrere al tribunale e .... riducendo naturalmente la mancia.

prendiamo la parola

giornalino del comitato di lotta dei lavoratori del comune di milano

n.12/ 16 maggio 2000 –