PRENDIAMO LA PAROLA

giornalino del comitato di lotta dei lavoratori del Comune di Milano

numero 15 / 24 ottobre 2000

DICIAMO NO ALLA LOGICA DEL PROFITTO !

difendiamo il diritto di tutti ad avere dei servizi pubblici efficienti

difendiamo il nostro posto di lavoro !

Non siamo solo noi a pensare certe cose!

"Privatizzazione ed esternalizzazione sono diventate ormai le parole magiche, soluzione indiscussa per ogni problema degli enti pubblici. Il passaggio dal pubblico al privato garantirebbe di per sé l'efficienza dei servizi e la soddisfazione dell'utenza, per non parlare del risparmio di denaro per la collettività, con vantaggio generale per tutti.

"Ma sarà davvero così?

"È così sicuro che la privatizzazione, totale o parziale, dei servizi pubblici comunali – dai trasporti alla refezione scolastica, dai musei alle biblioteche – coincida sempre e comunque con il miglioramento dei servizi stessi?

"E quali saranno le conseguenze per chi lavora in questi settori? È così sicuro che gli interessi degli utenti e quelli dei lavoratori siano sempre opposti? in che modo si svilupperanno queste trasformazioni nei diversi settori del Comune? E cosa significa, in realtà, una parola dal suono orribile come esternalizzazione ?"

(Marina De Stasio, editoriale del giornale "Il centro di Milano", anno III, settembre 2000, pubblicato dall’Associa-zione "Amici del Centro di Milano").

Politici, capi, giornalisti, sindacalisti e lavoratori stessi dicono…

  • che oramai i giochi sono fatti;

  • che le privatizzazioni di alcuni settori Comunali vanno avanti comunque;

  • che queste operazioni di svendita del patrimonio economico e culturale, pagato con il denaro dei lavoratori e degli utenti a cui sono rivolti principalmente i servizi comunali, sono

  • necessarie a rilanciare l’economia nazionale e cittadina
  • necessarie a contenere i costi
  • necessarie a far lavorare meglio i lavoratori riconoscendogli retribuzioni in base a quanto producono.

Insomma ci stanno prendendo per i fondelli! Infatti:

  • le società privatizzate a forza di competizione con altre aziende saranno costrette ad abbassare i livelli di qualità ed i salari, non a caso ai lavoratori della Refezione Scolastica sono state promesse 5 mensilità per premiare il loro passaggio alla società privata che gestirà in futuro la refezione scolastica. Questi soldi, che vengono dalle casse comunali, non saranno sborsati dalla società privata e non sono altro che la carota che accompagna il bastone; il bastone che sarà in futuro la perdita di posti di lavoro e l’abbattimento del salario.
  • Anche le chiacchiere sulla riorganizzazione dei servizi non fanno altro che nascondere una beffa a danno di lavoratori e utenti dei servizi importanti, come ad esempio in questi giorni succede in ATM, i cui mezzi di trasporto sono stati ridotti di un quarto per carenza di conducenti e disorganizzazione.
  • La verità è che i costi vengono abbattuti a favore del capitale privato, intenzionato a ricavare il massimo profitto ed a pagare ingenti somme a manager e consulenti.

Anche se la situazione è difficile, noi non ci arrendiamo e continuiamo a lottare contro

  • LA LOGICA DEL PROFITTO SUI SERVIZI
  • I SALARI DA FAME DEI DIPENDENTI PUBBLICI
  • LA "PETROLIZZAZIONE" DELL’ACQUA
  • L’IMPOVERIMENTO DELLA CULTURA
  • IL RISPARMIO A SPESE DELL’ALIMENTAZIONE DI BIMBI E ANZIANI
  • LA REPRESSIONE DEI LAVORATORI E DELEGATI CHE CONTRASTANO LE PRIVATIZZAZIONI.

Su questi obiettivi, insieme ai lavoratori e ai sindacati di base, intendiamo organizzare entro dicembre 2000 un’assemblea pubblica cittadina con lavoratori e utenti delle aziende municipalizzate, per preparare iniziative di lotta adeguate.

Non deleghiamo più a nessuna forza sindacale e politica

il nostro futuro!

 


paginone speciale sul SETTORE CULTURA

UNO SPETTRO S’AGGIRA PER…

musei, scuole civiche e biblioteche:

la libertà di licenziamento!

La classe politica e manageriale che governa il Comune di Milano non finisce mai di inventare trucchi sempre nuovi per fregare i lavoratori.

Le bugie quotidiane che sentiamo ogni giorno da politici, dirigenti, capi e sindacalisti, sono improntate sul doppio binario del dire e del non dire:

  • "dicono" quello che può tranquillizzare i lavoratori
  • "non dicono" quello che può allarmarli e indurli alla lotta.

Quest’efficace tecnica d’induzione al consenso normalmente riesce a convincere molti lavoratori. Essi in perfetta buona fede pensano: "ma io, in fondo, che cosa devo temere, se svolgerò senza fare troppe storie il lavoro che ho sempre svolto?". Qui sta il primo inganno: perché "non ci dicono" che le società presso cui saranno privatizzati i servizi comunali chiederanno ai lavoratori di modificare orari e ritmi di lavoro.

Ecco una prova: freschi freschi, prima ancora di essere privatizzati, i lavoratori della refezione scolastica stanno facendo quest’esperienza già da metà settembre! Infatti, il lavoro a parità d’organico rispetto all’anno scolastico 1999-2000, è aumentato del 20% rendendo insostenibili i ritmi di lavoro quotidiano!

"Non ci dicono" che ogni lavoratore o delegato che manifesterà singolarmente ed individualmente disaccordo con dirigenti e politici sarà isolato con ogni mezzo! È il caso del delegato RSU Gino Carella (ne parliamo più avanti, a pag. 4); e di tanti lavoratori che, appena alzano un poco la testa, sono repressi con minacce di provvedimenti disciplinari giocati come caramelle.

Ed infine – è questo il punto centrale del nostro ragionamento – "non ci dicono" che nelle Fondazioni che l’Amministrazione Comunale ha costituito per le scuole civiche e sta costituendo per le biblioteche e musei, non sarà applicato l’articolo 18 della legge 300 del 1970! Quest’articolo tutela i lavoratori contro i licenziamenti indiscriminati che ogni padrone o manager vorrebbe poter usare a spron battuto contro i lavoratori indesiderati (malati, donne in età fertile, sindacalizzati…). La motivazione dell’inapplicabilità dell’art. 18 risiede nel fatto che le fondazioni, così come le associazioni e cooperative sociali non hanno scopo di lucro, ed in tal senso la disciplina di tutela del lavoratore non ha ragione di essere applicata.

In definitiva, ecco un altro bel "pacco" confezionato da questa giunta per i lavoratori comunali, in particolare per quelli del settore cultura: LA LIBERTA’ DI LICENZIAMENTO!

Attori non protagonisti, ma complici, tutti quei sindacalisti e delegati RSU che "non dicono" queste cose ai lavoratori.


paginone speciale sul SETTORE CULTURA PLP n. 1

PERIODO DI GRANDI FESTE A PALAZZO SORMANI

Giovedì 19 ottobre alle ore 21 si è svolto l’ennesimo raduno di dirigenti, assessori e amministratori vari che, da diverso tempo, si ritrovano presso la biblioteca centrale per condividere, oltre a prelibate cene in servizio cathering, anche piacevoli conversazioni culturali.

Questa volta però qualcosa non ha proprio funzionato.

Già dal mattino i lavoratori hanno cercato di portare all’attenzione della direzione l’assurdità dell’iniziativa con un leggiadro scherzo, rifacendo a modo loro l’invito alla festa (vedi sotto; a fianco è riprodotto il depliant originale di invito).

Ma il colmo è successo alla sera, durante la festa: il festeggiato, l’orologio a campane ospitato sulla sommità della facciata interna finalmente restaurato, ha fatto cilecca.

Suonare a morto sul servizio pubblico bibliotecario non è proprio il suo mestiere!

Alle biblioteche rionali si vedono

le meraviglie degli appalti e dei subappalti

Circa due anni fa, il Comune decise di far passare a tempo pieno i part-time bibliotecari di 6° livello che lo avevano richiesto, passandoli nei turni diurni, lasciando così scoperto il servizio serale delle biblioteche rionali.

Decise inoltre di non bandire concorsi part-time per la copertura di questo servizio, chiamando i lavoratori ATM in mobilità per l’apertura serale al pubblico, con sola custodia. Durò circa un anno, dopo di che bandì delle gare di appalto, dai tre ai sei mesi, alle quali parteciparono delle cooperative di gestione servizi.

Un lavoratore di queste cooperative ci ha raccontato la situazione di sfruttamento e precarietà in cui si trova.

Z. lavora presso la Biblioteca X.: con un altro lavoratore, tiene aperto il servizio dalle 20 alle 23, per la cifra di 450.000 lire al mese in nero.

Questi soldi vengono dati in contanti, senza ricevuta. I lavoratori devono andare a ritirare la paga a S. Donato Milanese presso la Coop. M.T.P., che non risulta dagli elenchi telefonici né presso i centralini Telecom.

I lavoratori sanno solo che potranno lavorare fino al 31 dicembre; vengono contattati per ordini di servizio da un "caporale" di nome Nicola, del quale non hanno recapito telefonico né sanno dove lavori. Naturalmente, i lavoratori non possono alzare la voce, lamentarsi o discutere col "caporale", altrimenti vengono da un giorno all’altro sostituiti con altro personale.

I lavoratori non tengono contatti tra loro, non si scambiano numeri di telefono, non si conoscono, sono divisi sul territorio in varie sedi. Tra loro vige il sospetto, l’isolamento, la mancanza di fiducia. Sono in ansia per il termine dei lavori: gli appalti trimestrali, infatti, rendono le persone ancora più precarie.

Con il ritiro dell’ultima paga, Z. ha saputo che gli uffici di questa fantomatica cooperativa sono chiusi perché è cessata l’attività. La persona che l’ha pagato non ha saputo confermare se le prossime paghe verranno date ancora a S. Donato o altrove. L’ordine comunque è quello di lavorare fino a dicembre.

Il responsabile della biblioteca X. ha confermato che quest’ultimo appalto è trimestrale.

Ha ricevuto una lettera dal Settore Risorse Umane che dice appunto che la società Koinè (della Compagnia delle Opere) si è aggiudicata l’appalto. Questa società ha probabilmente subappaltato alla fantomatica M.T.P.

Ci ha inoltre informato della situazione dei lavoratori delle pulizie: nella sua biblioteca le pulizie sono affidate a "non si sa chi". Si sa che durante la notte un lavoratore egiziano deve pulire 700 mq. più i bagni in due ore di tempo.

La decisione dell’amministrazione di dare in appalto i servizi delle biblioteche, dei musei, ecc., ha aperto la strada ai banditi del mercato del lavoro.

Infischiandosene delle leggi di tutela dei lavoratori, di controllo degli appalti, regalano fior di quattrini ad aziende private che, con il giochetto del subappalto, permettono il massimo sfruttamento, alla faccia di qualsiasi altro accordo al ribasso (vedi "Patto per il lavoro"). In questo modo, tutto il servizio viene dequalificato, il degrado dei servizi aumenta, così come aumentano le promesse da marinaio dei nostri amministratori.


 

solidarietà ai lavoratori in lotta contro le privatizzazioni

e perciò colpiti dalla repressione


IL DELEGATO CARELLA DEVE RIENTRARE IN VIA LARGA

Il Comune di Milano, dopo avere nel passato fallito con i delegati Andrea Barbato (SdB) e Davide Renoffio (Slai-Cobas) – reintegrati entrambi dalla magistratura, in seguito anche alla mobilitazione solidale dei compagni di lavoro – ha trasferito al Pirelli in maniera autoritaria e senza il nulla osta prescritto dalla legge il delegato dei lavoratori Salvatore "Gino" Carella (RdB/Comitato di Lotta), per allontanarlo dal Palazzo di via Larga, dove è stato promotore per oltre dieci anni di varie iniziative in difesa dei diritti dei lavoratori.

Carella è un rappresentante eletto più volte nel Consiglio dei Delegati di via Larga, e i lavoratori gli hanno riconfermato la fiducia eleggendolo direttamente anche nella RSU.

La sua colpa è quella di aver organizzato e partecipato alle lotte e agli scioperi per la difesa dei lavoratori, l’avere mantenuto il corretto e stretto rapporto con i lavoratori, adempiendo in pieno e in maniera coerente il loro mandato di fiducia.

NOI LAVORATORI

NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE!

RESPINGIAMO RISOLUTAMENTE OGNI FORMA DI RITORSIONE E REPRESSIONE DA PARTE DEL COMUNE DI MILANO

NO AI LICENZIAMENTI POLITICI ALL’ATM

Due delegati della RSU ATM che avevano rilasciato distinte interviste al Corriere della Sera, in cui denunciavano problemi di sicurezza e di carenza di pulizia dei mezzi pubblici, sono stati colpiti da provvedimenti disciplinari e rischiano il licenziamento in base al Regio Decreto 148 del 1931, che normalizza lo stato giuridico degli autoferrotranvieri.

L’imputazione è quella di aver diffamato l’ATM attraverso dichiarazioni di stampa.

È singolare come tra i capi di imputazione si cita un comma del citato Regio Decreto, che recita: "incorre nella destituzione (licenziamento) chi si rende colpevole di offesa contro la persona del Re, dei Principi della Real Casa, del Capo del Governo e contro il Regime".

Con l’avvento della Repubblica Italiana, di questo comma tutto è stato abrogato, tranne che il Regime.

L’attacco contro questi due delegati è un attacco contro tutto il movimento dei lavoratori e ha come obiettivo quello di colpire chi più si è esposto nell’organizzare la lotta in difesa dei diritti dei lavoratori.

Dopo il recente riuscitissimo sciopero dell’ATM, organizzato dal sindacalismo di base, è scattata una campagna di stampa contro questi lavoratori.

Noi lavoratori del Comune di Milano, ribadiamo che la lotta dei lavoratori ATM è la nostra lotta.Ai due delegati e a tutti i lavoratori in lotta dell’ATM esprimiamo tutta la nostra solidarietà.


ultimissime da via Trentacoste 8

RISCHIO – AMIANTO ? SI PUÒ FARE COSÌ !

Nella sede del Comune di via Trentacoste 8 il rischio amianto sta diventando serio, non solo per i pochi lavoratori rimasti, ma anche per gli abitanti del quartiere Ortica.

 

All’interno del Comitato di Lotta abbiamo deciso di sollecitare un intervento dell’ASL per verificare la gravità della situazione: sei delegati RSU (non solo quelli di RdB, come si dice qui sotto) hanno perciò sottoscritto una lettera, che poi i giornali hanno ripreso, creando un po’ di "cassa di risonanza"… Dei futuri sviluppi vi informeremo prossimamente.

 

il comitato di lotta dei lavoratori del comune di milano si riunisce ogni martedì alle ore 17

presso il consiglio di sede RSU di via Larga (4° piano): anche tu puoi partecipare!

tel+fax 02 26224099 (chiamate urgenti 0339 6855183)

sito Internet: www.comunedimilano.org / posta elettronica: RedazionePLP@ComunediMilano.org