Prendiamo la Parola n°16 - inserto speciale
contro la logica del profitto nei servizi pubblici


varato il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici
GOVERNI DI SINISTRA, LEGGI SEMPRE PIÙ DI DESTRA
respiriamo un’aria pesante di regime fascista… e non è un’impressione!

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, sentite le confederazioni sindacali rappresentative (Cgil, Cisl, Uil ecc.), ha approvato lo scorso mese, su proposta del ministro Bassanini, il nuovo codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, aggiornando il precedente alla luce delle modificazioni intervenute nel frattempo.
Composto da 14 articoli, tra l’altro decreta:

"art.2 – Princìpi
comma 1. il dipendente conforma la sua condotta al dovere costituzionale di servire esclusivamente la Nazione con disciplina ed onore… assicura il rispetto della legge… ispira i propri comportamenti alla cura dell’interesse pubblico"
Traduciamo: il nazionalismo, il corporativismo, gli interessi dei padroni e delle loro istituzioni devono essere sostenuti dai lavoratori pubblici se non vogliono incorrere in sanzioni disciplinari.

"comma 2. il dipendente… mantiene una posizione di indipendenza… e si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all’immagine pubblica dell’amministrazione".
Traduciamo: se anche viene discriminato dai suoi capi o rileva situazioni "storte", il lavoratore non deve fare critiche pubbliche.

"art. 11 – Rapporti con il pubblico
Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell’immagine dell’amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell’ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa".
Traduciamo: se non vuoi finire nei guai, è sempre meglio tacere… l’omertà come regola, insomma.

Ora i dipendenti pubblici sono avvisati. Può essere pericoloso denunciare le ruberie dell’amministrazione, gli sprechi, le inefficienze dovute all’instaurazione della logica del profitto nel pubblico impiego tramite le privatizzazioni e le esternalizzazioni.
Denunciare problemi di sicurezza dei lavoratori, criticare l’inefficienza o l’arroganza dei propri dirigenti, o peggio, di Albertini e della sua giunta, significa esporsi a provvedimenti disciplinari… tipico dei regimi fascisti!
Sia chiaro: noi siamo convinti che la difesa dei nostri interessi di lavoratori, pubblici e non, passa attraverso la lotta aperta contro queste norme di stampo fascista; contro le quali noi opporremo

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

 


per capire cos’è l’ARAN

Abbiamo casualmente trovato sull’ultimo numero della rivista "La contraddizione" uno studio sull’ARAN molto istruttivo.
Per chi non avesse ancora fissato in mente cosa sia l’Aran – l’equivalente della Confindustria per tutto il pubblico impiego – può essere utile leggerne con attenzione qualche riga…

L'Aran, l'agenzia di rappresentanza del "datore di lavoro" pubblico in Italia, è diretta da un comitato di cinque membri - nominati dal governo - e ha il compito di far transitare le amministrazioni pubbliche in un contesto di tipo privatistico. Attraverso questo suo strumento - all'apparenza tecnico e neutro, come tutti i poteri dello stato borghese - il padrone pubblico è così in grado di aggirare l'ostacolo del parlamento, le pressioni dei partiti e di evitare che settori della rappresentanza politica intervengano direttamente nelle specifiche decisioni di taglio della spesa, le quali sono poste direttamente sotto il comando dei cosiddetti "poteri forti", in primo luogo della Banca d'Italia. Le regole del gioco sono stabilite nel momento di concertazione informale che avviene tra padronato, governo, segreterie di partito e sindacati confederali, prima del dibattito sulla legge finanziaria e prima che si stabilisca l'entità della spesa da assegnare ai contratti. In assenza di lotte, sono loro a stabilire sia l'entità della torta, sia la percentuale da destinare al salario. A questo punto l'Aran entra in scena, presentandosi come attore che, con limitata autonomia finanziaria, distribuisce fra gli otto comparti del pubblico impiego le risorse dedicate.
…Una delle preoccupazione centrali e costanti dell'Aran è di evitare il conflitto e riassorbire nell'orbita neocorporativa della collaborazione di classe tutti i soggetti con i quali entra in rapporto. Non esita infatti a liquidare quelle esperienze europee che non hanno tenuto sufficientemente conto del peso e della presenza dei sindacati, oliando la macchina prima di metterla in moto. Il riferimento è a misure tese a garantire il monopolio del sindacato consociativo, che escludano la possibilità della presenza di altri soggetti organizzati e di azioni di lotta. Una prima specificità italiana, di cui l'Aran fra le righe si vanta, è quella di aver consolidato successi senza conflitti: in Italia le politiche di deregulation e taglio sono state fatte fare quasi tutte ai sindacati, a differenza di altri paesi nei quali non si è capito fino in fondo come ci si poteva servire di questi apparati per avviare la privatizzazione del pubblico impiego.

(Grazia Morra – ARAN: strategie confindustriali nel pubblico impiego – "La contraddizione" n. 81)


 

Prendiamo la Parola n°16 - inserto speciale
contro la logica del profitto nei servizi pubblici

1 - la parola ai lavoratori dell’ATM

alla faccia del diritto costituzionale
PER SCIOPERARE, OGGI, CI VUOLE CORAGGIO !

… e i lavoratori dell’ATM ce l’hanno avuto! E noi speriamo proprio che continuino ad avercelo.
Peccato soltanto che i mass media li descrivano come dei lazzaroni e dei delinquenti da reprimere: mentre ignorano che sono tra i pochi rimasti a di fendere il diritto a un trasporto pubblico efficiente nella città più "ingorgata" d’Italia.
E magari è per questo che fanno proprio infuriare l’assessore Magri?… (vedi volantino a fianco)

Nel '99 in ATM si sono fatte 2.000.000 di ore di straordinario, che corrispondono a più di 1000 posti di lavoro (l'orario settimanale è di 36 ore, comprensive delle pause tecniche indispensabili per garantire la sicurezza e il funzionamento del servizio); togliendo un 10% di straordinario "fisiologico" siamo comunque ancora al di sopra degli 800 conducenti di cui denunciamo la carenza.
ATM dice che nel 2000 lo straordinario è diminuito; si dimentica di dire che a molti conducenti non è stato concesso di prendere ferie, per cui molti si trovano con 50-60 giorni di ferie da fruire!

(dal sito web dello SlaiCobas ATM)

"Si afferma con sempre maggior vigore la logica non di fornire un servizio agli "utenti", ma che l'azienda ATM abbia degli utili (ossia dei profitti). La privatizzazione dell'ATM è lo strumento per portare alle estreme conseguenze questa logica (o forse qualche padrone piglierebbe un appalto per ottenere solo delle ...perdite?).
"Aspettatevi, quindi, un peggioramento del servizio, perché la sua gestione dovrà essere "profittevole". Insomma, non solo dovrete andare a lavorare e/o studiare in condizioni spesso peggiori, ma per andarci dovrete anche pagare di più e con un servizio peggiore. Questa è la "new economy"!

(dal sito web dello SlaiCobas ATM)

 

 

 

 

 


 

Prendiamo la Parola n°16 - inserto speciale
contro la logica del profitto nei servizi pubblici

2 - la parola ai lavoratori della SEA (Malpensa e Linate)

Il diritto di sciopero nei trasporti è stato sempre più limitato in questi anni. Prossimamente ci faremo descrivere da qualcuno dei lavoratori aeroportuali le enormi difficoltà che devono superare per riuscire a protestare contro le porcherie che vedono o che subiscono.
Qui ci limitiamo a riprodurre il testo di un volantino per un recente incidente mortale sul lavoro.

Nota bene: la notizia trasmessa a Radio Popolare è stata di questo tipo:
Incidente mortale sul lavoro a Malpensa.
I lavoratori si sono riuniti in assemblea.

La notizia trasmessa a Radio24 (la nuova radio della Confindustria – Il Sole 24 Ore) era invece di questo tipo:
Ritardi nei voli a Malpensa, a causa di una assemblea per un incidente mortale sul lavoro

Non serve commentare, vero?

 

 

 


Prendiamo la Parola n°16 - inserto speciale
contro la logica del profitto nei servizi pubblici

3 - la parola ai lavoratori ospedalieri

nel gran mare delle cattive notizie,
QUESTA È UNA BUONA NOTIZIA. …FINALMENTE!

È nato il Coordinamento dei delegati sindacali e dei Lavoratori della Sanità di Milano e provincia, nel tentativo di dare voce al malessere sempre più diffuso che esiste tra i lavoratori delle aziende sanitarie. Il Coordinamento si pone come punto di riferimento per i lavoratori che hanno deciso di non subire passivamente la distruzione del sistema sanitario pubblico, per tutti quegli operatori che ritengono necessario riprendere la parola in quello che è diventato il gigantesco mercato della salute.

Di seguito, riportiamo alcuni brani della piattaforma del neonato Coordinamento Sanità.

Lo sfascio della Sanità pubblica ha un nome: cultura dell’Aziendalizzazione

L’effetto più evidente della trasformazione in azienda delle strutture sanitarie pubbliche è sicuramente la competizione folle fra pubblico e privato sul piano economico. Folle perché, almeno in teoria, Sanità privata e Sanità pubblica hanno due obiettivi contrapposti: fare profitti la prima, mentre invece la seconda dovrebbe puntare a ridurre con il meccanismo della prevenzione le condizioni che obbligano i cittadini a ricorrere alle cure. In sostanza evitare che la gente si ammali. Ma se il cittadino non si ammala (o si ammala di meno) come si fa a mantenere i profitti sulle cure?

Le condizioni di lavoro degli operatori della Sanità

…i meccanismi aziendali puntano a livelli di produttività sempre più elevati senza prevedere alcun aumento degli organici o addirittura perseguendo politiche di riduzione del personale. Gli obiettivi aziendali passano inevitabilmente attraverso un aumento dei carichi di lavoro – spesso ottenuti in condizioni di elevato stress psicofisico – e una richiesta sempre più pressante di flessibilità negli orari e nelle mansioni, mentre i diritti contrattuali vengono costantemente messi in discussione.
Le aziende chiedono dunque flessibilità e i sindacati di regime gliela forniscono…

La valutazione individuale: la pagellina

La valutazione individuale, nota col termine che le è più confacente di pagellina, rappresenta l’aspetto più odioso del tentativo di gerarchizzare il rapporto di lavoro con l’ausilio permanente di uno strumento meritocratico. E’ il tentativo delle amministrazioni di stabilire con criteri "oggettivi" la misura dell’adesione alla logica aziendale, la disponibilità individuale del dipendente a concorrere con gli obiettivi aziendali, anche quando questi si scontrano con i suoi interessi o anche quando la logica con cui viene erogata una prestazione è contro gli interessi del cittadino. In questa fabbrica sanitaria non c’è spazio per la critica…

Appalti ed esternalizzazione dei servizi

La diffusione di forme di precarietà e flessibilità del lavoro e l’inserimento di personale temporaneo proveniente dalle cooperative infermieristiche, rendono sempre più difficile il rapporto tra lavoratori e la possibilità di una difesa comune dei diritti…


Prendiamo la Parola n°16 - inserto speciale
contro la logica del profitto nei servizi pubblici

4 - la parola ai lavoratori delle Poste

Il regalo di Natale per i dipendenti delle Poste, ormai divenute SPA – come comanda la globalizzazione: 657 licenziamenti, di cui oltre 200 a Milano. Lasciamo raccontare tutto al volantino che riproduciamo (oltre al titolo del quotidiano Il Manifesto del 9 gennaio e a un paio di foto del presidio).
Il Comitato di Lotta dei lavoratori del Comune di Milano ha dato e continuerà a dare tutto l’appoggio possibile al comitato contro i licenziamenti e la precarizzazione, che vale la pena di andare a trovare presso la tenda di Piazza Missori.